Daphne Lab: intolleranze alimentari
Daphne Lab è società leader nel settore dei test sulle intolleranze alimentari e sulle sue possibili soluzioni. L’attività nasce dalla volontà do fornire un contributo nuovo allo studio del settore e soprattutto un nuovo approccio olistico alla materia, considerando fattori nutrizionali, psicologici e comportamentali che sono alla base delle forme più svariate di disturbi alimentari.
Da qui nasce un’analisi precisa su come nascono le intolleranze alimentari.
Le origini
Le Intolleranze Alimentari hanno eziologia e sintomi assai specifici ma pur tuttavia estesi. In società moderne come quelle delle megalopoli occidentali, le intolleranze alimentari, quali patologie alimentari, sono altamente diffuse. Nelle società di massa, dove assicurare una alimentazione lineare e ad alto quantitativo, costringe le industrie alimentari ad usare procedimenti non naturali ed invasivi, le intolleranze alimentari stanno avendo un repentino aumento esponenziale. Il massiccio uso di additivi, conservanti, coloranti, esaltatori di sapori, ogm, e colture forzate fuori stagioni, hanno portato ad una diffusione massiccia di questa subdola patologia alimentare. Oggi sempre più persone soffrono di intolleranza ai lieviti, intolleranza al caffè, ai cereali, intolleranza ai latticini, e molti più ibridi tra alimenti.
Le diverse intolleranze
Da anni si fa ancora molta confusione tra le diverse intolleranze e patologie alimentari. Oggi si sa che esistono molte differenze, ed anche sostanziali, tra allergie alimentari, intolleranze, enzimopatie, celiachie, ecc… La medicina ufficiale fa ancora molta confusione tra le varie patologie spesso sovrapponendole e generano errori di interpretazioni non di poco conto.
Intolleranze alimentari, enzimopatie e allergie alimentari
Mentre le allergie alimentari scatenano una ipereazione del sistema immunitario le intolleranze alimentari abbassano il sistema metabolico: se le prime agiscono a livello immunitario le seconde sul sistema metabolico. Questa interazione rende molto confondibile le due patologie, l’abbassamento del sistema metabolico compromette, di conseguenza, anche il sistema immunitario. Molti dei sintomi superficiali di una intolleranza possono essere, quindi, confusi con quelli di una vera e propria allergia. Le patologie enzimatiche, invece, sono delle patologie alimentari causate da una mancanza di enzimi specifici, come l’intolleranza al lattosio, zucchero del latte, perché il sistema è mancante dell’enzima che ne facilita la digestione: la lattasi; o come nel caso del favismo, ecc. Ancora oggi la medicina ufficiale fa confusione tra celiachia e intolleranza alimentare propriamente detta. Così come molti fanno ancora confusione tra allergie e intolleranze, enzimopatie e patologie alimentari strutturali.
I Test di analisi delle intolleranze alimentari
I primi test per le intolleranze alimentari furono scoperti negli anni ’50 e perfezionati negli anni successivi. Arthur Coca elaborò i primi test dall’ascolto del polso per diagnosticare le intolleranze alimentari di sua moglie. Non li chiamava ancora intolleranze ma all’epoca chiamò allergie non allergiche. Successivamente, in Germania, Shimmell e Voll elaborarono un sistema capace di amplificare le micro frequenze dei meridiani di agopuntura cinese ed ottenere una lettura più precisa sulle intolleranze alimentari. Era la fondazione dei primi sistemi EAV e Vegatest. Dopo la seconda industrializzazione e l’avvento delle società di massa, con l’introduzione massiccia di alimenti industriali, le intolleranze alimentari ebbero una vera e propria escalation. Negli anni ’80 le intolleranze alimentari e i test per determinarle divennero di moda soprattutto per gli effetti dietetici che andavano generando sui soggetti che si sottoponevano alle cure. Scoppiò una vera e propria mania di test e si produssero moltissime analisi, molte delle quali si rivelarono fasulle o dannose. In linea di massima possiamo concludere che i test di intolleranze alimentari si possono dividere in tre grandi classi di test diagnostici:
1. Test di intolleranza di prima generazione
Furono i primi test dell’ascolto del polso, dell’interpretazione semiologica dell’iride, della lingua, dei segni del corpo, tra cui anche i test kinesiologici per la lettura della forza muscolare. Questi tipi di test oggi vengono usati pochissimo e solo da personale non medico. Sono poco attendibili e con un elevatissimo grado di imprecisione. Tutti i test di prima generazione si basano su prove di sola lettura soggettiva del corpo del paziente.
2. Test di intolleranza di seconda generazione
Furono l’evoluzione successiva dei primi esperimenti sui test diagostici che si rivelarono poco attendibili e non molto ortodossi. La seconda generazione di test è basata su sistemi macchina, come i vega o i voll o i mora, che interpretano i segnali in milliampere di specifici meridiani di agopuntura cinese per rilevare abbassamento di potenziale se nel circuito viene inserita una fiala test contenente il prodotto incriminato. Oggi, secondo studi effettuati all’ASL, si sa che questi test hanno un errore del 45% e le variabili sono ancora molto alte da non permettere a questa tipologia di test di essere annoverati tra i test scientifici.
3. Test di intolleranza di terza generazione
Negli ultimi anni novanta una nuova classe di sostanze, la metasostanza, aprì la strada alla fondazione di tecnologie all’avanguardia come quella Palladium serie MX. Una nuova concezione di test di intolleranze alimentari che hanno avuto il riconoscimento ufficiale da studi di attendibilità e di ripetibilità dell’ASL. Ripetendo l’analisi su una popolazione di 50 persone per 50 volte si è potuto determinare che i BioTest di terza generazione offrono un errore del solo 6% ed una attendibilità del 94%. Un vero e proprio passo avanti nella tecnologia, anche se molto ancora deve essere costruito dai primi anni ’50 alle rivoluzioni scientifiche e tecnologiche di oggi, i passi avanti che la medicina ha potuto fare in questa direzione sono stati notevoli e affascinanti. Sicuramente il futuro ci riserverà altre sorprese senza precedenti.
Per ricevere maggiori informazioni sulla Daphne Lab e sui suoi servizi, vi rimandiamo al sito web www.daphnelab.com